Tannini e vino: la guida semplice per winelover curiosi
- serafini30
- 19 set
- Tempo di lettura: 4 min
Cosa sono, da dove provengono e perché fanno la differenza
Hai mai assaggiato un vino rosso che ti ha lasciato la bocca asciutta o una sensazione ruvida sulle gengive? Molto probabilmente stavi percependo l’effetto dei tannini nel vino.
In questa guida ti spieghiamo in modo semplice cosa sono i tannini, da dove derivano, quale ruolo svolgono nella struttura e nell’evoluzione del vino e, soprattutto, come riconoscerli e valutarli in degustazione.
Che tu sia un appassionato alle prime armi o un winelover più esperto, scoprirai perché i tannini sono così importanti nel calice.
Cosa sono i tannini nel vino e perché sono importanti
I tannini sono sostanze naturali appartenenti alla famiglia dei polifenoli presenti in molte piante, tra cui la vite.
La loro caratteristica principale è quella di legarsi alle proteine della saliva, provocando una sensazione astringente percepibile soprattutto nei vini rossi giovani e strutturati.
A differenza di aromi e profumi, i tannini non si annusano, ma si possono valutare soltanto al palato, avvertendone la presenza sulle gengive. Sono fondamentali per la struttura e l’equilibrio gustativo del vino.

Da dove provengono i tannini nel vino
1. Dall’uva:
· Bucce: sono ricche di tannini nobili, soprattutto nelle varietà a buccia spessa (es. Cabernet Sauvignon, Recantina, Malbec). Varietà come il Pinot Nero, invece, hanno una buccia sottile e quindi, per natura, meno tannini.
Consilio: il colore può aiutare a prevedere il corredo tannico:
o Pinot Nero, Schiava: colore scarico, tannino lieve
o Cabernet Sauvignon, Recantina: colore intenso e penetrante, tannino più deciso
· Vinaccioli: contengono tannini duri e amari, se non maturi. Per questo il produttore deve evitare di schiacciarli durante la vinificazione.
· Raspi: usati solo in alcune vinificazioni. Se non perfettamente maturi, apportano tannini verdi e vegetali.
2. Dal legno
Negli affinamenti in botte o in barrique, il legno di rovere rilascia dei tannini detti ellagici. Questi donano struttura, complessità e capacità di invecchiamento. Quantità e qualità dipendono da diversi fattori, come:
· tipo di legno utilizzato,
· livello di tostatura,
· dimensione ed età del contenitore,
· lunghezza dell’affinamento.
Nel tempo i tannini si polimerizzano, si aggregano tra loro creando strutture più complesse. Questo processo contribuisce ad ‘ammorbidire’ i tannini che risultano meno aggressivi al palato.
3. Aggiunti (opzionale)
In enologia è possibile aggiungere tannini esogeni per scopi tecnici (es. stabilizzare il colore).

A cosa servono i tannini
I tannini nel vino svolgono diverse funzioni:
· Strutturale: danno corpo e architettura al sorso
· Protettiva: agiscono da antiossidanti naturali, favorendo la conservazione
· Sensoriale: modulano la percezione tattile in bocca
· Cromatica: stabilizzano il colore nei vini rossi legandosi con gli antociani
Fattori che influenzano la qualità e la quantità dei tannini
Quantità e qualità sono determinate da diversi fattori, quali:
· Ambiente: clima, altitudine, esposizione del vigneto, luminosità
· Condizioni metereologiche: uve non mature portano a tannini verdi e molto astringenti
· Gestione della vigna: sistema di allevamento, resa per ettaro, pratiche agronomiche
· Tempi di Vendemmia: con la maturazione i tannini diventano meno amari e più morbidi
Come si estraggono i tannini in vinificazione
L’estrazione dei tannini avviene durante la macerazione del mosto con bucce, vinaccioli, ed eventualmente, raspi. Le variabili principali sono:
· grado di maturazione fenolica delle uve
· durata e temperatura di macerazione
· tecniche di follatura, rimontaggio e délestage
Tannini in degustazione: come si percepiscono nel calice
I tannini non hanno odore né sapore, si percepiscono solo in bocca:
· Astringenza: secchezza su gengive e lingua
· Tensione e grip: sensazione di presa tipica dei tannini giovani
· Setosità e rotondità: nei vini maturi, grazie alla polimerizzazione
Un grande vino ha tannini ben integrati, in equilibrio con la struttura generale del vino, ed in particolare con: alcol, acidità e corpo.
Tannino maturo vs tannino immaturo: differenze sensoriali
· Tannino immaturo
o Verde, erbaceo, ruvido
o Presente in vini da uve non completamente mature
o Può rendere il vino squilibrato e poco piacevole
· Tannino maturo
o Vellutato, avvolgente, elegante
o Si trova in uve raccolte al giusto grado di maturazione
o È la base dei vini longevi ed equilibrati

Perché la qualità dei tannini fa la differenza
Non è tanto la quantità a determinare la qualità di un vino, bensì la loro gestione:
· estrazione corretta
· maturità
· coerenza con lo stile del vino
Un tannino ben integrato valorizza la trama gustativa e accompagna l’evoluzione del vino nel tempo.
I tannini nei vini Serafini & Vidotto
In Serafini & Vidotto il tannino è un pilastro essenziale della vinificazione in rosso.
Ogni scelta – dal momento della vendemmia all’affinamento – è orientata a ottenere tannini di grande qualità, capaci di regalare emozioni oggi e ancora di più in futuro.
Per noi il tannino è come un carattere deciso ma gentile: presente, mai invadente.
Tannini, veri alleati del vino
Capire i tannini e il loro ruolo aiuta ad apprezzare meglio un vino rosso. Non sono solamente una nota tecnica ma rappresentano il cuore della struttura ed elemento fondamentale per la longevità. È importante considerarli sempre in relazione alla varietà di uva, al contesto produttivo e alle scelte enologiche del produttore.
Più impari a riconoscerli, più saprai scegliere il vino giusto per ogni occasione… o aspettare il momento perfetto per stappare quella bottiglia speciale.
👉 Vuoi percepire la differenza tra diversi tipi di tannino o essere guidato nel farlo? Ti aspettiamo per una degustazione in cantina oppure puoi scoprire la nostra selezione direttamente nel nostro shop online
Commenti